Pandoro vs Panettone: un dolce dilemma natalizio (Prima parte – Le origini)

Pandoro vs Panettone: un dolce dilemma natalizio (Prima parte – Le origini)

Siamo giunti al periodo più magico dell'anno..il Natale ^^ con i suoi profumi speziati e dolci, le mille lucine colorate, lo stare insieme, e, naturalmente, i tipici dolci.

Il dilemma che ogni anno si ripresenta durante le festività natalizie è sempre e solo uno:

Pandoro o Panettone?

Se dovessi parlare io dal punto di vista del gusto...beh direi PANETTONE tutta la vita ma quello vero però....quello con l'uvetta e i canditi (si, quelli che in tanti snobbano )

Ma al di là della preferenza personale, questi due dolci nascondono storie affascinanti e origini antichissime.

...Sedetevi comodi, magari mentre sorseggiate una deliziosa tisana calda, e preparatevi a un affascinante e lungo viaggio nella tradizione culinaria italiana.

 

Una lunga tradizione: il Pan De Toni

Immagina di essere un viaggiatore nel tempo e in un batter d'occhio ti ritrovi catapultato nella brulicante Milano del Rinascimento.

L'aria frizzantina ti accarezza il viso, mentre un profumo intenso di spezie e legna ardente ti avvolge.
Sei alla corte di Ludovico il Moro, un periodo di grande splendore, sfarzo e raffinatezza.

Il castello è animato da un fervore frenetico: si sta preparando un sontuoso banchetto natalizio in onore dei nobili del ducato.
Tra le mura antiche, cuochi e sguatteri lavorano instancabilmente per creare una festa indimenticabile.
Ma ahimè un imprevisto rischia di rovinare tutto: il dolce preparato con cura dallo chef di corte, destinato a deliziare i palati più raffinati, viene dimenticato nel forno e rischia di carbonizzarsi. Il cuoco, preso dal panico, teme le ire del duca.

In quel momento di disperazione, un giovane e coraggioso sguattero di nome Toni ha un'idea davvero geniale...destinata a passare alla storia.
Con gli ingredienti rimasti in dispensa - farina, burro, uova, scorza di cedro candita e uvetta - prepara un dolce semplice ma delizioso e, con un cuore pieno di speranza, lo presenta al cuoco che con un misto di incredulità e disperazione, decide di portarlo in tavola.
Ebbene, il dolce ha un successo clamoroso! I nobili sono incantati dal suo sapore unico e dalla sua morbidezza e così il duca, deliziato, chiede al cuoco il nome di quella meraviglia.
Con un sorriso timido, egli rivela: "è il pan del Toni".
Da quel giorno, quel dolce divenne famoso in tutta la città e prese il nome di "panettone", in onore del giovane sguattero che aveva salvato il banchetto e, inconsapevolmente, dato vita a una leggenda culinaria.

Ma c'è un altra leggenda che gira intorno al panettone e vede protagonista un falconiere milanese, Messer Ulivo degli Atellani, innamorato follemente di Algisa, la bellissima figlia di un fornaio.

Per far colpo sulla giovane egli si fece assumere dal padre di lei come garzone e, per incrementare le vendite, provò a inventare un dolce: con la migliore farina del mulino impastò uova, burro, miele e uva sultanina, lo infornò e il risultato fu un successo davvero strabiliante e super buonissimo ^^ tutti vollero assaggiare il nuovo pane.

Ovviamente la storia ha un lietissimo fine: qualche tempo dopo i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.

Insomma..una bellissima favola

 

Il Pandoro: un lungo viaggio nel tempo 

Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, avvolte in un alone di mistero.
Se volessimo risalire alle prime tracce di questo delizioso lievitato, dovremmo fare un lungo viaggio nel tempo, fino all'antica Roma.
Fu proprio Plinio il Vecchio, il celebre storico e naturalista romano, a menzionare un certo Vergilius Stephanus Senex, un cuoco che preparava un "panis" dai sapori e dagli ingredienti sorprendentemente simili a quelli del nostro moderno pandoro. Un pane realizzato con una farina fine, burro e olio, un connubio di sapori che anticipava di secoli quello che sarebbe diventato uno dei dolci più amati dagli italiani.

Ma è nel Medioevo che troviamo un altro importante tassello nella storia del pandoro.
Nelle ricche tavole dei nobili veneziani, faceva la sua comparsa il "pane de oro", un dolce sontuoso e raffinato, ricoperto di foglie d'oro.
Sebbene diverso dal pandoro che conosciamo oggi, il "pane de oro" condivide con esso una forma a stella e una preparazione complessa, che richiedeva l'utilizzo di ingredienti pregiati.

È proprio da queste antiche tradizioni che nasce il pandoro che conosciamo oggi. La ricetta moderna, così come la intendiamo, affonda le sue radici nell'Ottocento, a Verona.

Era una fredda sera d'inverno e, nelle vie di Verona, si levava un profumo intenso di zucchero vanigliato e burro fuso.
Era la vigilia di Natale e nelle case si preparavano i dolci tradizionali e tra questi un dolce in particolare stava per nascere e destinato a diventare un simbolo delle festività: il pandoro.

In una piccola pasticceria, un giovane pasticcere di nome Domenico Melegatti era alle prese con una creazione innovativa. Ispirato dai dolci tradizionali veneti, come il Nadalin, un lievitato a forma di stella, decise di creare qualcosa di unico e speciale.

Con cura e passione, Domenico selezionò gli ingredienti migliori: farina di grano tenero, burro fresco, zucchero vanigliato, uova freschissime.
Lavorò l'impasto con grande maestria dandogli la forma di una stella a otto punte, simbolo di buon auspicio, mediante uno stampo realizzato dal pittore veronese Angelo Dall'Oca Bianca su commissione dello stesso Melegatti.
Il dolce, una volta cotto, era soffice e dorato, con un cuore morbido e profumato...una vera delizia... e ben presto conquistò il palato degli italiani.
Diventò il dolce simbolo del Natale che noi tutti conosciamo e un momento di condivisione e gioia.
La sua storia, che ci porta attraverso i secoli, ci ricorda come la tradizione culinaria sia un patrimonio prezioso da custodire e tramandare.

Pandoro o panettone, chi la spunterà?

Preparatevi a un confronto serrato e a un verdetto finale che potrebbe sorprendervi!

Vi aspetto al prossimo articolo.

 

 

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